Storytelling: come scrivere una storia interessante per l’audiovisivo

Prima di entrare nel vivo dell’argomento relativo allo storytelling nel settore dell audiovisivo e del video ingenerale è fondamentale ripercorrere alcune tappe storiche delle tecniche di narrazione.

In origine la trasmissione delle storie avveniva oralmente. Durante incontri e riunioni comunitarie, uomini e donne, dell’epoca primitiva, si raccontavano delle storie con lo scopo di trasmettere le conoscenze e le esperienze. Questa condivisione ha consentito il trasferimento di informazione attraverso il tempo e le generazioni favorendo, inoltre, la creazione della memoria comunitaria. Tra i molteplici esempi di ‘cultura’ trasferita in questo modo, rientrano le tecniche di ricerca del cibo e le strategie per non incontrare i predatori.

Aristotele, antico filosofo greco, ha ipotizzato che la buona narrazione è costituita da 3 componenti distinte: inizio, centro e fine. La tripartizione ha dominato fino alle disquisizioni di Orazio relative all’arte, che nell’ opera Epistola ai Pisoni, nota come Ars Poetica, ha proposto una suddivisione in 5 parti delle opere narrative drammatiche e poetiche.

In tempi lontani, nei quali non era presente la stampa, i narratori si sono rivolti al teatro per divulgare i propri contenuti ad un pubblico ampio di persone che si radunava al fine di godersi gli spettacoli. Grazie all’avvento della stampa, l’accessibilità alla narrazione si è notevolmente estesa. Naturalmente la lettura non richiede la compresenza di più persone in uno stesso luogo. L’ulteriore sviluppo tecnologico e la diffusione dei media fornisce nuova linfa vitale anche al teatro.

E’ evidente che il processo si sia sviluppato ed evoluto con le arti visive, cinema in primis ma anche produzione video in genere. Il modello narrativo deve così essere applicato anche in ambito promozionale, il cd. storytelling aziendale.
Questo approccio interessante è stato, purtroppo abusato, in diverse campagne di marketing aziendali. In merito a questo, ai rischi e ai vantaggi della tecnica dello storytelling sarebbe utile la lettura di questo articolo: un’analisi dello storytelling aziendale e delle serie web e di come narrare storie per il settore industriale in generale.

Nascita e diffusione del modello di Freytag

Freytag, vissuto a cavallo tra il 1816 e il 1895, dopo aver studiato opere classiche inglesi e provenienti dalla antica Grecia e riuscito ad individuare un modello di narrazione comune. Tale struttura narrativa venne presentata per la prima volta all’interno del trattato intitolato “Die Technik des Dramas” (1863). in seguito fu conosciuta in tutto il mondo con il nome di Piramide di Freytag o triangolo oppure Arco drammatico.
Freytag individuò all’interno delle commedie una specifica suddivisione in cinque step consecutivi: esposizione, azione ascendente, climax, azione discendente e scioglimento. Nelle rappresentazioni teatrali questi corrispondono, spesso, agli atti messi in scena.
Nonostante il modello sia stato sviluppato per le opere drammatiche ben si adatta alla televisione, ai video di promozione aziendale, alle cineproduzioni contemporanee. È comunque abbastanza raro riuscire ad individuare con chiarezza ogni singolo step. A dire il vero, la struttura piramidale di Freytag, è presente in ogni sceneggiatura pur non essendo riconoscibile, se non nei lungometraggi.

Struttura a cinque livelli di Freytag

Come detto, il modello narrativo contiene 5 parti. In particolare, la storia si apre con la descrizione del contesto, del prodotto, dei personaggi. Ogni azione deve essere legata a quella precedente e successiva così da coinvolgere lo spettatore, conducendolo al culmine del racconto. A questo punto, lo spettatore dispone di ogni informazione utile per intuire l’esito della narrazione. Che, però, viene messo in discussione con un colpo di scena. Ma lo svelamento delle verità conduce alla parte finale. Che potrebbe essere a lieto fine, tragico o non definito.

Il triangolo di Freytag indica la sequenza narrativa da seguire ma non fa alcun cenno ai tempi da dedicare ad ogni step. Non impone regole di durata dei vari atti, ma ne prescrive l’ordine. Ciò è ben rappresentato da alcuni film di Hitchcock che inserendo il Climax (fase culmine dell’azione) a pochi minuti dalla fine del film lascia poco spazio ai colpi di scena e alla definizione del finale. Altre pellicole, come Titanic di Cameron, presentano una quantità tale di anticipazioni o, in questo caso, flashback da rendere difficilmente individuabili i diversi atti.

L’arco narrativo di Freytag si configura come un format classico

Alla luce del fatto che il modello originale deriva dall’attento studio di opere classiche greche e inglesi, è evidente che può essere considerato come la rappresentazione della forma classica di narrazione.

I particolari fondamentali alla comprensione del contesto della storia vengono presentanti in anticipo. Infatti vengono fornite informazioni relative ai personaggi e al contesto. Proseguendo con la narrazione l’atmosfera di fa più coinvolgente e il ritmo narrativo cresce fino a far crede allo spettatore di avere tra le mani l’esito finale. Solo grazie a una serie di colpi di scena, ogni certezza viene fatta vacillare. Proprio quando lo spettatore è confuso, e non ha più nemmeno un’idea di come potrà terminare la storia, arriva il finale con lo scioglimento di ogni mistero. Il finale può acquisire conformazioni estremamente differenti. La tragedia, ad esempio è caratterizzata dalla perdita o dal mancato raggiungimento degli obiettivi, mentre il lieto fine prevede la realizzazione dei desideri anche se non proprio come ce lo si aspetterebbe.
Durante la narrazione possono essere presentati dei flashback e delle anticipazioni o dei cambi di location. Tutte azioni semplicissime da gestire nella produzione di video ma in teatro la cosa è meno semplice. Infatti con le tecnologie di produzione evolute, come quella degli SFX o effetti digitali, è possibile inserire le scene riguardanti il passato o girare con lo sfondo verde per poi inserire altre ambientazoni.
Concludendo qualunque video, dal grande film o alla presentazione dell’azienda, per essere vincente deve rispondere alla piramide di Freytag. Non resta che cominciare a creare.

Ph liam-mcgarry-unsplash