La comunicazione verbale è alla base delle relazioni umane e, nel campo didattico – educativo, è probabilmente la competenza più importante che un docente deve implementare e che uno studente deve apprendere. Eppure ci sono persone che possono avere diverse difficoltà a verbalizzare o, in generale, a comunicare con la parola nel senso più tradizionale dell’espressione.
Questo però non significa che non ci sia modo per instaurare una relazione proficua, in campo relazionale e didattico. A supporto arriva la CAA, sigla che indica la comunicazione aumentativa alternativa. Nata alla fine degli anni ’70 negli Stati uniti, nell’ultimo ventennio si è diffusa sempre di più proprio per riuscire a trovare, come dice il nome stesso, dei percorsi differenti di integrazione per coloro che non si esprimono in maniera verbale.
Ad oggi è uno dei metodi più spesso proposti per persone autistiche, anche se non riguarda solo questo tipo di atipicità; essendo un metodo generale ma che poi va declinato in modo personale su ogni individuo, capire come implementare la comunicazione aumentativa e alternativa è utilissimo per i docenti per creare iter didattici proficui per lo studente
Cos’è la CAA
La CAA è un insieme di tecniche, accorgimenti e strategie che permettono a chi non utilizza il canale orale di comunicare utilizzando canali alternativi, come dice la definizione stessa. Allo stesso tempo però non si tratta di una semplice alternativa alla parola: proprio perché ha in sé un significato “aumentativo”, gli strumenti utilizzati possono benissimo affiancarsi a una comunicazione orale e, anzi, talvolta ne migliorano lo sviluppo.
Come funziona la comunicazione alternativa
Come già accennato, è una tecnica che viene costruita sulle esigenze specifiche dell’individuo, per cui non esistono regole universali, ma strumenti utilizzati e poi riadattati. Uno dei più comuni ed efficaci è il sistema di scrittura a simboli, che talvolta dà vita a un vero e proprio diario personale che la persona porta con sé per comunicare con gli altri. Si tratta, in sostanza, di immagini lineari che rappresentano oggetti e persone, ma anche emozioni e concetti astratti, oltre ad alcune parti grammaticali come avverbi o congiunzioni; messe assieme, formano frasi semplici e in forma attiva, per comunicare esigenze o informazioni, ma possono anche arrivare a raccontare storie o lezioni.
Esistono infatti interi libri in CAA, che riproducono le favole e i romanzi più famosi per poterli rendere fruibili a chi non riesce ad avvalersi della consueta forma di lettura.
Un bambino autistico quindi potrebbe avere un proprio quaderno con le immagini dei genitori e degli insegnanti, così da indicare la persona di riferimento; frasi già composte per comunicare necessità e domande; ancora, una serie di tessere con cui costruire altre frasi. Altri strumenti molto usati sono cartoncini con lettere, simboli o colori: indicandoli o spostandoli, la persona comunica anche senza l’uso della parola.
Le nuove sfide per i docenti
L’autismo si rivela in 1 bambino ogni 77 fra coloro che hanno un’età compresa fra i 7 e i 9 anni; questo significa che non è così raro che un docente si trovi a rapportarsi con questo tipo di disabilità. Nel caso sia un autismo di tipo non verbale, la conoscenza della CAA permette non solo di creare una buona relazione con lo studente, ma anche di aiutarlo a integrarsi nel gruppo classe.
Per raggiungere questi importanti obiettivi viene in aiuto dei docenti il corso “AutLab: laboratori per menti speciali”. E’ una delle proposte di formazione per insegnanti del portale scuola.net, realizzato da La Fabbrica. Quest’ultima è un ente di formazione riconosciuto e accreditato presso il Ministero dell’Istruzione dal 2016; da allora collabora con le istituzioni impegnate nell’educazione delle nuove generazioni con la mission di creare una scuola inclusiva, innovativa e sempre più digitale.
Tra le diverse offerte gratuite rientra anche AutLab, corso online riconosciuto e valido per l’obbligo formativo dei docenti. L’obiettivo è mettere gli insegnanti nelle condizioni di avere strategie e conoscenze utili a facilitare l’integrazione dei bambini con autismo, sia per quanto concerne la didattica che, più in generale, la loro inclusione sociale.