La riforma degli istituti professionali statali

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La nuova riforma degli istituti professionali statali ha fatto nascere un nuovo modello per gli istituti professionali attivo a partire dal 2018. Le novità riguardano la presenza di più indirizzi e di più attività di laboratorio con tanti percorsi previsti.

Gli istituti professionali statali prevedono anche una maggiore alternanza scuola lavoro e soprattutto maggiori indirizzi da quelli classici – sei – a ben undici, aggiungendo anche nuovi indirizzi come quello enogastronomici e quello dei servizi commerciali.

Si ha progettato l’alternanza scuola lavoro a partire dal secondo anno, più ore in laboratorio, ed una offerta didattica maggiormente personalizzata sulla base delle esigenze del territorio, con la partecipazione anche di esperti del mondo del lavoro.

Le novità degli istituti professionali statali 2018 sono scattate dal 1 settembre attivando così diversi cicli di studio.

I percorsi degli istituti rimangono di cinque anni ma sono divisi in biennio più triennio, e gli indirizzi vanno da 6 a 11 in totale. Ci sono anche indirizzi come agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio, servizi culturali e dello spettacolo, risanamento ambientale, manutenzione ed assistenza tecnica, gestore delle risorse forestali e montane.

Non solo: oltre a 11 indirizzi in totale, ci sarà la possibilità per ogni scuola di personalizzare al massimo gli stessi, inserendo insegnamenti omogenei ma nel biennio anche la possibilità di una quota autonoma del 20% delle ore, in modo che ogni scuola possa decidere su quali insegnamenti investire maggiormente. Nel triennio poi la flessibilità aumenta al 40%.

L’obbiettivo della riforma degli istituti professionali statali è quello di creare delle scuole fortemente radicate sul territorio e dare una svolta forte all’economia del Paese, ma per poterlo fare, probabilmente, la strada è ancora lunga. I percorsi di studio non sono stati accorciati e restano di cinque anni, e per ora è facoltativo per gli istituti professionali statali aprirsi agli esperti esterni.

Nel corso del biennio si può completare il c.d. percorso di apprendistato che è previsto dal Jobs Act. Il biennio possiede un carattere unitario molto marcato.

Altre novità degli istituti professionali statali

La riforma degli istituti professionali statali prevede anche la formazione di un ufficio tecnico che ha il compito di migliorare la funzionalità dei laboratori e di curare anche la loro innovazione tecnologica. Per quanto riguarda la struttura delle lezioni, le discipline di studio vanno inserite in ‘assi culturali’ che sono l’asse dei linguaggi, l’asse matematico, l’asse storico sociale, l’asse scientifico tecnologico professionale in area di indirizzo.

La creazione di contatti con ‘esperti del mondo del lavoro’ non è obbligatoria e va effettuata nel rispetto dei vincoli di bilancio con la possibilità di ottenere finanziamenti pubblici o privati.

Il profilo educativo culturale e professionale

Per ogni indirizzo degli istituti professionali statali viene definito il c.d. profilo educativo, culturale e professionale dello studente, o PECUP, vale a dire un profilo che mantiene i risultati di apprendimento dello studente in termini di competenze, di abilità apprese, di conoscenze.

Per competenze si intende la capacità di usare le abilità che si hanno acquisite nei contesti di apprendimento; per abilità si intende la capacità di usare il know-how per portare a termine compiti vari e per conoscenze l’assimilazione della teoria, dei concetti teorici che si hanno studiati.